BERLUSCONI VUOLE SCONFIGGERE IL CANCRO...E GUADAGNARCI !!!
.ORA SI SPEGA TUTTO.......
"Vogliamo anche vincere il cancro, che colpisce ogni anno 250mila italiani e che riguarda quasi due milioni di nostri cittadini".
Sembrava solo una battuta, quella pronunciata dal palco di San Giovanni due mesi fa. Invece il Cavaliere, al solito mescolando business e politica, il progetto lo stava coltivando davvero e in gran segreto, insieme all'affannosa rincorsa dell'immortalità.
Lo si è compreso solo ieri, quando l'agenzia economica Bloomberg ha scoperto che Berlusconi, attraverso Fininvest, ha aumentato il proprio investimento in Molecular Medicine Spa (Molmed), una compagnia italiana che ha allo studio due nuovi farmaci antitumorali.
Tutto risale allo scorso dicembre, quando il premier non solo è diventato il primo azionista (con il 24 per cento) dell'azienda biomedica con sede a Milano, ma ha persino piazzato Luigi, il figlio più piccolo, nel Consiglio d'amministrazione.
L'azienda, informa Bloomberg, è valutata 40,6 milioni di euro e sta lavorando a due farmaci innovativi contro i tumori (sono un impronunziabile cocktail di consonanti: NGR-hTNF e Tk) che sarebbero fase avanzata di sperimentazione: uno attaccherebbe i principali tipi di cancro, mentre l'altro aiuterebbe a ricostruire il sistema immunitario distrutto dalla leucemia.
Altri soci eccellenti dell'azienda sono Leonardo Del Vecchio, patron del gruppo Luxottica, e Ennio Doris, fondatore della Mediolanum e amico del premier, con una quota di poco più dell'8 per cento.
Fatto è che per Berlusconi, operato alla prostata nel 2000, il cancro è come Moby Dick per il capitano Acab: un'ossessione. L'altra ossessione è quella della longevità e non a caso il premier è molto generoso nelle donazioni a Don Verzè, che sta portando avanti il progetto "Quo Vadis", un centro ricerche del San Raffaele sorto con l'obiettivo di far arrivare i vecchi a 120 anni.
Sarà una pura coincidenza, ma la clinica è l'unica che non ha ricevuto tagli ai fondi negli ultimi anni. Quanto al cancro, nel prossimo libro di Bruno Vespa, Berlusconi ha anche messo in dubbio - con una punta di risentita diffidenza verso la casta medica - che all'epoca fosse per lui indispensabile finire sotto i ferri del chirurgo, "Ho sempre avuto una grande fiducia in me stesso - ha raccontato il Cavaliere al conduttore di Porta a Porta -. E poi sa che le dico? Non sono nemmeno sicuro che quella operazione fosse necessaria. Sulla base dell'esperienza mi permetto di suggerire a tutti di farsi visitare da tre specialisti diversi prima di rassegnarsi a un intervento chirurgico".
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