SE MINA SI INCAZZA (...E FA BENE !!! )
.Ecco il profondo e sincero sfogo di Mina circa i fatti dell'asilo nido di Pistoia.
Le parole di Mina non solo sono vere ma sono lo spechio di quello che tutti (ma proprio tutti...) abbiamo pensato.
Difronte a quelle orride immagini delle maestre che picchiavano bambini indifesi di poco più di un anno,qualsiasi idea di perdono e comprensione va giustamente a farsi fottere !!!
La Stampa, n.476 - 06.12.09
Quelle maestre datele alle mamme
Un bambino piange. L’alba dell’evoluzione dell’uomo diventa tragica. Il piccolo non può difendersi e, con le lacrime, esprime i suoi stracci di piccoli sacrosanti diritti. Lo fa davanti a chiunque e in qualunque parte del mondo con le stesse modalità elementari che nessuno può far finta di non intendere. Non conoscendo i meccanismi dell’antitesi, fatto com’è di sole involontarie tesi, non sa cosa sia l’odio e, a maggior ragione, la vendetta. Per un bel po’ gli manca la stazione eretta, la parola, la logica. Prova a giocarsi l’esistenza come una scommessa involontaria per un tempo abbastanza lungo.
Fino a quando, nel proprio progresso, non incapperà in noi: gli adulti. Solo allora comincia a elaborare i confronti, costruendo capacità di comprendere, volontà e esperienza. Quel tempo lungo dell’infanzia è l’unico tabernacolo di giustizia assoluta e di neutralità che gli uomini non devono azzardarsi a dissacrare. Né con la violenza né con l’assenza né con la superficialità. Così, tutti i bambini cui infliggiamo dolore rappresentano il disonore di ogni civiltà. Picchiarli, far loro patire la fame, introdursi nella loro speciale incoscienza, non sono colpe da ridicoli, manchevoli codici che normalmente vengono utilizzati per misurare condanne mai sufficientemente severe, sempre inadeguate.
Provocare volontariamente sofferenza là dove c’è soltanto bisogno è una mostruosa bestemmia che richiederebbe l’intervento di un Dio vendicativo.
L’altra sera, purtroppo, sono caduta dentro un telegiornale che mi ha imposto la visione di un bambino maltrattato, in quel maledetto asilo. Come se non fosse bastata la sola notizia, già sufficientemente inaccettabile anche senza video. Ho perso tutta la civiltà, tutta la calma, tutto il controllo che mi sono faticosamente costruita nella vita, la mia mania di cercare sempre la ragione degli altri, prima di giudicare.
Poi, magari, mi riprenderò, ma al momento lo ammetto volentieri. Avrei messo le mani addosso a quelle «maestre» infami. Adesso, cosa vuoi star lì a fare il processo? C’è il video che parla più e meglio di qualsiasi avvocato. L’affare è chiuso. Niente parole e soldi per chiarire o confondere il panorama. Credo che tutte le madri e tutti i padri e tutti gli esseri umani degni di questo nome abbiano pensato la stessa cosa che ho pensato io. Datele in mano alle mamme di quei bambini. Datele in mano alle mamme di quei bambini.
Quelle maestre datele alle mamme
Un bambino piange. L’alba dell’evoluzione dell’uomo diventa tragica. Il piccolo non può difendersi e, con le lacrime, esprime i suoi stracci di piccoli sacrosanti diritti. Lo fa davanti a chiunque e in qualunque parte del mondo con le stesse modalità elementari che nessuno può far finta di non intendere. Non conoscendo i meccanismi dell’antitesi, fatto com’è di sole involontarie tesi, non sa cosa sia l’odio e, a maggior ragione, la vendetta. Per un bel po’ gli manca la stazione eretta, la parola, la logica. Prova a giocarsi l’esistenza come una scommessa involontaria per un tempo abbastanza lungo.
Fino a quando, nel proprio progresso, non incapperà in noi: gli adulti. Solo allora comincia a elaborare i confronti, costruendo capacità di comprendere, volontà e esperienza. Quel tempo lungo dell’infanzia è l’unico tabernacolo di giustizia assoluta e di neutralità che gli uomini non devono azzardarsi a dissacrare. Né con la violenza né con l’assenza né con la superficialità. Così, tutti i bambini cui infliggiamo dolore rappresentano il disonore di ogni civiltà. Picchiarli, far loro patire la fame, introdursi nella loro speciale incoscienza, non sono colpe da ridicoli, manchevoli codici che normalmente vengono utilizzati per misurare condanne mai sufficientemente severe, sempre inadeguate.
Provocare volontariamente sofferenza là dove c’è soltanto bisogno è una mostruosa bestemmia che richiederebbe l’intervento di un Dio vendicativo.
L’altra sera, purtroppo, sono caduta dentro un telegiornale che mi ha imposto la visione di un bambino maltrattato, in quel maledetto asilo. Come se non fosse bastata la sola notizia, già sufficientemente inaccettabile anche senza video. Ho perso tutta la civiltà, tutta la calma, tutto il controllo che mi sono faticosamente costruita nella vita, la mia mania di cercare sempre la ragione degli altri, prima di giudicare.
Poi, magari, mi riprenderò, ma al momento lo ammetto volentieri. Avrei messo le mani addosso a quelle «maestre» infami. Adesso, cosa vuoi star lì a fare il processo? C’è il video che parla più e meglio di qualsiasi avvocato. L’affare è chiuso. Niente parole e soldi per chiarire o confondere il panorama. Credo che tutte le madri e tutti i padri e tutti gli esseri umani degni di questo nome abbiano pensato la stessa cosa che ho pensato io. Datele in mano alle mamme di quei bambini. Datele in mano alle mamme di quei bambini.
Sarà, ma quel "datele alle mamme" mi fa rabbrividire. Mi dà l'impressione di una società barbarica e stupida, dove crimini insensati ispirano altri crimini insensati, dove giustizia ci si fa sull'onda dell'emotività, giustificata o meno che sia, e non seguendo le leggi.
ReplyDeleteTi faccio un esempio: se A uccide B, io voglio che A sia punito. Solo che se B è uno sconosciuto che vive dall'altra parte della nazione rispetto a dove sto io trovo giusto che venga messo all'ergastolo; se B è mia madre, il mio ragazzo o un'altra persona che amo troverei giusto che venisse sgozzato e appeso ad un albero.
E te ne renderai conto da solo, questa disparità sarebbe una cosa che con la giustizia a ben poco a che fare. Insomma, per quanto siano state disumane quelle due donne voglio ancora che giustizia sia fatta "a bocce ferme" in un tribunale, non per strada.
vi consiglio un altro punto di vista con un pò di razionalità in più
ReplyDeletehttp://www.youtube.com/watch?v=h7OVmWp9fWk
roberto - lt
WATKIN,quello di Mina è una sfogo.
ReplyDeleteSemplicemente questo.
E' ovvio che lei e nessuno negherà un processo a quelle donne...è ovvio che non andrà a "mettere le mani addosso" a quelle donne.
Era uno sfogo di mamma.
Io non so cosa avrei fatto se li ci fosse stata mia nipote...sinceramente non lo so.
ROBERTO.
ma chi è quel coglione che parla?
Un pressapochista come tanti.
C'è sempre qualcosa di peggio di cui preoccuparsi ma questo non toglie la gravità a lle "cose minori" se minori vogliamo chiamarle.
Ovviamente da codardo ha disattivato i commenti al video per la carica di reppliche a quello che ha detto.